Amaranto: Lo sapevi che?
Etimologia del nome
Le origini etimologiche del suo nome derivano dal greco amarantos che significa "che non appassisce". Per questo motivo i Greci la consideravano la pianta dell'amicizia, della stima reciproca ed espressione di tutti i sentimenti veri immutabili nel tempo. In India è conosciuto anche come "ramdana", ovvero "il buono grano".
Nella storia
L'amaranto era sfruttato a fini alimentari dagli Aztechi e dagli Incas che lo consideravano sacro. I romani attribuivano all'Amaranto il potere di tenere lontana l'invidia e la sventura. Dopo l'arrivo dei conquistadores spagnoli in Messico all'inizio del 1500 l'amaranto era quasi scomparso in America per esser poi riscoperto verso il 1970. Nel frattempo l'amaranto si era diffuso in tutto il mondo soprattutto al posto del grano in Africa, India e Nepal. Nel periodo '600-'800 l'amaranto veniva utilizzato per ornare vestiti e abiti, in quanto si pensava fosse in grado di donare benessere fisico. Dagli anni 60' tornò di moda coltivarlo negli Stati Uniti e successivamente si diffuse anche in Europa come pianta ornamentale. Nella mitologia greca si narra che le dee amassero essere festeggiate con ghirlande di amaranto; in tale contesto era, dunque, utilizzato per ottenere protezione e benevolenza.
Curiosità
Pianta sacra a tutti gli effetti, ancora oggi il nome "amaranto" identifica anche un colore, una tonalità di rosso vivo, che era estratto dalle spighe e dalle foglie della pianta per usi rituali quando era necessario simulare il sangue della vittima sacrificale. I frati al seguito dei conquistadores spagnoli vietarono ogni tipo di coltivazione di amaranto per il motivo che questa pianta veniva adorata e mangiata facendo dei pupazzetti a forma di dio, considerati blasfemi.
Fonte: alimentipedia.it